Lodo Mondadori: “c’avemo provato”

La maggioranza ha provato ad inserire la solita leggina ad personam per difendere le tasche del proprio leader, Silvio Berlusconi. Purtroppo per il Cavaliere, però, non tira una buona aria nel Paese, la gente è incazzata come una bestia, le opposizioni sono più forti di qualche anno fa e questo garantisce che ogni tentativo di porcata del governo e della maggioranza sia subito messa sotto la lente di ingrandimento dei media e messo a disposizione dell’opinione pubblica che non vede l’ora di sfogarsi contro la casta politica.

Berlusconi è stato costretto a ritirare la norma, nonostante continui a sostenere che è giusta (per lui, ovviamente) e che l’opposizione ha creato una montatura dal nulla. Una montatura talmente ben fatta che perfino la Lega Nord è caduta dal fico, ammettendo che non ne sapeva nulla di questa norma pro-Fininvest. La maggioranza ha vacillato e non è detto che non possa subire delle conseguenze letali.

Qualcuno crede ancora che quel cavillo inserito in una corposa manovra economica non fosse una legge per favorire il premier? Cosa avrebbe dovuto fare più di cosi’? 750 milioni da pagare sono tanti e Berlusconi e il suo team di avvocati hanno provato nuovamente a trovare un’escamotage per pararsi le chiappe: caro Silvio, ritenta sarai più fortunato!

Sentenza cassazione processo corruzione Berlusconi-Mills

ROMA (ANSA) – Se le sezioni unite penali della cassazione dichiarassero prescritto il reato di corruzione in atti giudiziari per il quale l’avvocato inglese David Mills e’ stato condannato a quattro anni e sei mesi di reclusione, ci sarebbero conseguenze anche sul processo ‘gemello’ che riprendera’ sabato a Milano e nel quale e’ imputato il premier Silvio Berlusconi. Il tribunale, infatti, non potra’ non tenerne conto ”tuttavia il processo di Berlusconi – fanno notare fonti della difesa di Mills – e’ stato sospeso per un anno, quindi per lui, la prescrizione maturerebbe il prossimo novembre, se venisse accolta la tesi sostenuta dalla procura della Suprema Corte”. In pratica, il processo a Berlusconi potrebbe andare avanti per un altro anno ma difficilmente evitera’ di finire in prescrizione. Invece, se la cassazione dovesse ”assolvere Mills stabilendo che non e’ stato un test reticente, allora, subito, il tribunale di Milano dovrebbe prenderne atto e prosciogliere del tutto anche il premier”.

Mills prescritto, Berlusconi salvo. La sentenza della Cassazione che ha dichiarato “estinto” il reato di corruzione del testimone David Mills ha l’effetto (indiretto, ma ormai scontato) di concedere pochi mesi di vita anche al processo al suo presunto corruttore, Silvio Berlusconi. Un dibattimento gemello che il tribunale di Milano aveva sospeso proprio per aspettare il verdetto di oggi delle Sezioni Unite. La maggiore conseguenza politica è che ora diventa meno urgente approvare le varie leggi ad personam (processo breve, legittimo impedimento, scudo-tris per le alte cariche, ripristino dell’immunità parlamentare) messe in cantiere con l’obiettivo unificato di bloccare i processi al premier, a cominciare dall’emergenza Mills.

TU CHIAMALE SE VUOI PRESCRIZIONI
La prescrizione non è un’assoluzione, ma un proscioglimento tecnico per motivi solamente procedurali: l’avvocato inglese David Mills, dunque, è colpevole di essersi fatto corrompere con 600 mila dollari per favorire l’imputato Berlusconi in due processi (tangenti alla Guardia di Finanza; fondi neri Fininvest – All Iberian), ma non può più essere punito, perché ha incassato la tangente più di dieci anni fa. Della condanna di primo grado, che era stata confermata anche in appello, resta valido solo il risarcimento civilistico del danno morale (che non cade in prescrizione): Mills dovrà versare 250 mila euro allo Stato italiano, che per legge, paradossalmente, è rappresentato nel processo dalla presidenza del consiglio dei ministri.

IL REBUS DELLE DATE
Il principale cavillo giuridico che la Cassazione era chiamata a dirimere (a sezioni unite, proprio perché la questione era controversa) era appunto un problema di date: quando fu commessa quella corruzione? La corte d’appello, confermando la condanna a quattro anni e mezzo di reclusione, aveva stabilito che Mills fu corrotto il 29 febbraio 2000, quando incassò materialmente i soldi, intestandosi quote per 600 mila dollari del fondo estero (chiamato Torrey) dove aveva parcheggiato la tangente che gli era stata materialmente destinata da un defunto manager della Fininvest. La Cassazione invece ha deciso che Mills era diventato padrone di quei soldi già tre mesi prima, e precisamente l’11 novembre 1999, quando fornì le istruzioni per far entrare quella tangente in un precedente contenitore (il fondo Giano Capital), dove i soldi dell’avvocato inglese erano mescolati con quelli di altri suoi clienti. Da questa seconda data (a differenza che dalla prima) sono ormai passati più di dieci anni, per cui la corruzione è stata dichiarata prescritta per scadenza dei termini.

L’ACCUSA GARANTISTA
Questa tesi, oltre che dai difensori di Mills (che come prima richiesta domandavano però l’assoluzione piena, bocciata dalla Cassazione), è stata appoggiata in udienza anche dal sostituto procuratore generale Gianfranco Ciani, che in teoria rappresentava l’accusa, con queste parole: «Quanto c’ è incertezza sulla data di commissione di un reato, da sempre vale la regola del “favor rei”, e il decorrere della prescrizione va fissato nel momento più favorevole all’imputato».

GLI EFFETTI PER BERLUSCONI
A questo punto gli stessi pm milanesi prevedono che, per la medesima corruzione, il tribunale dovrà dichiarare la prescrizione. Questo dovrebbe accadere probabilmente (i conteggi sono in corso) nel novembre prossimo: quindi il processo potrà continuare, ma sarà difficile arrivare a una sentenza di primo grado, e impossibile chiudere in tempo anche l’appello e la Cassazione. Berlusconi originariamente era coimputato di Mills, ma è stato separato per effetto del lodo Alfano: il “salvacondotto” poi dichiarato incostituzionale per violazione del principio di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. Il rinvio di circa un anno della data di prescrizione per Berlusconi è dovuto proprio alla legge Alfano, che per sospendere il processo congelò tutti i termini.

IL GRAN PRESCRITTO
Con analoghe dichiarazioni di prescrizione si erano chiusi altri importanti processi aperti a Milano in questi anni a carico di Berlusconi, tra cui spiccano i falsi in bilancio della Fininvest per circa un miliardo di euro (conti esteri della rete All Iberian), i finanziamenti illeciti per 21 miliardi di lire a Bettino Craxi in Svizzera, la corruzione del giudice romano Vittorio Metta attraverso l’avvocato Cesare Previti per conquistare la Mondadori.

fonte: l’Espresso

Giampiero Galeazzi condannato per un “terrone”

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ROMA – Terrone. Aveva apostrofato così il portiere del suo stabile. Così Giampiero Galeazzi – che sicuramente non è nato in Padania- è stato condannato. Mille euro di multa. La sentenza è stata emessa lo scorso 2 luglio, ma se n’è avuta notizia solo oggi. Per il giudice di pace Luciana Mameli il giornalista è responsabile di ingiuria aggravata per aver offeso l’onore e il decoro della parte lesa. Galeazzi è stato condannato anche al pagamento delle spese processuali e al risarcimento dei danni in favore del custode del palazzo. Raggiunto telefonicamente da Repubblica.it, il giornalista non ha voluto commentare la vicenda.

La domanda sorge spontanea: ma i leghisti più accesi potrebbero essere denunciati per lo stesso reato? 😀 Comunque sia, povero Giampiero, immagino che avrà affogato la delusione col cibo, me lo sento…

Sentenza Mills e Lodo Alfano

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Con l’arrivo della sentenza del processo Mills (sentenza di condanna in primo grado), in cui è direttamente coinvolto anche il premier Silvio Berlusconi, per il Papi cominciano a sorgere delle vere e proprie grane, poiché se prima poteva appellarsi al Lodo Alfano senza tanti problemi (esclusa l’eccezione di costituzionalità mossa su di esso), ora è più difficile sostenere la validità di quel lodo, dato che Berlusconi si trova in una posizione di condanna, condanna non ancora effettiva ma semplicemente posticipata dallo stesso lodo.
E’ inutile che il premier Berlusconi sostenga che la sentenza è scandalosa. Contro una sentenza ci si può appellare, è una forma di garanzia del nostro sistema giuridico. Ciò che è veramente scandaloso è il fatto che alcune persone siano immuni alla Legge italiana, e soprattutto il presidente del Consiglio che, a differenza del presidente della Repubblica, non può nemmeno essere processato per Alto tradimento o per attentato alla Costituzione. Silvio Berlusconi deve capire che non può sempre manipolare la Giustizia a suo favore, non può pretendere di aggiustare ogni suo processo. In alcuni casi può anche darsi che la Magistratura fosse prevenuta nei suoi confronti, ma nel caso Mills c’è poco da dire, la sentenza era già scritta poiché i fatti erano palesi e fin troppo evidenti: Silvio Berlusconi ha corrotto l’avvocato David Mills, il quale ha contattato il proprio commercialista Bob Drennan per motivare la presenza della tangente; purtroppo, però, il commercialista non ha voluto essere coinvolto nella vicenda e ha accusato il proprio assistito per evasione fiscale, coinvolgendo anche Mister B., alias mister Berlusconi.

Inutile la reazione di Berlusconi, inutile e scontata la risposta di Nicolò Ghedini, parlamentare ed avvocato del premier, che ha ribadito la scandalosità e la faziosità della sentenza, annunciando che il presidente del Consiglio non ha nessunissima intenzione di rinunciare allo scudo del lodo Alfano. E c’era bisogno di dirlo? Sarebbe il colmo se Berlusconi rinunciasse alla protezione del lodo! Ghedini dice che lo fa per non lasciare il Paese nell’ingovernabilità, ma si vede lontano un chilometro che sta dicendo una balla spaziale. La verità è che non può permettersi di rinunciare a tale protezione, poiché senza di essa rischierebbe di finire in carcere. Probabilmente, anche dopo il verdetto della Corte costizionale, credo che il lodo verrà presentato di nuovo, magari leggermente ritoccato ma sostanzialmente immutato, nel rispetto dello stile del nostro papi-premier. Ed io, pur condividendo gli ideali politici del centro-destra, non posso accettare di essere governato da un pregiudicato, da un deliquente, da un corruttore. In Inghilterra il governo è in ginocchio per uno scandalo legato a dei rimborsi spese, in Italia abbiamo il capo del governo accusato e praticamente condannato per corruzione in atti giudiziari e non sento levare molte voci contro l’esecutivo: come mai? Pignoli gli inglesi, o fessi noi?

Eluana Englaro è “fuori pericolo”

Secondo Carlo Alberto Defanti, medico neurologo che la segue da anni, Eluana Englaro «potrebbe essere fuori pericolo». Suona tanto come una presa in giro per una persona che è in coma vegetativo da 16 anni, non trovate? Ho massimo rispetto per la vita e trovo che sia giusto che la medicina faccia il massimo per curare un paziente, ma in questo caso non vi è cura e si sta semplicemente posticipando nel tempo la morte di una persona. Non nascondo che, dopo la notizia dell’emorragia cerebrale della povera Eluana, avrei quasi preferito che ponesse naturalmente fine alla propria esistenza. Non credo che nessuna persona al mondo vorrebbe vivere in questo modo, prigioniera di un corpo morto, incapace di esprimersi e di esprimere emozioni.

La tristezza più grande me la dà il padre, Beppino Englaro, travolto da due dolori immensi e contrastanti: vedere la propria figlia soffrire da anni in un letto d’ospedale senza alcun cenno di miglioramento e dover addirittura combattere per vie legali per ottenere la possibilità di staccare la spina, per porre fine alla vita della figlia, alle sofferenze di Eluana e della famiglia stessa. Immagino che per un padre non sia facile vedere la propria figlia in questo stato. Non c’è cosa peggiore per un genitore che perdere un figlio, su questo non vi è dubbio. Ma il dolore della famiglia Englaro è dilatato nel tempo, è un dolore continuo e persistente, che non può nemmeno essere mitigato dal tempo trascorso, perché la figlia è sempre tecnicamente viva, attaccata ai macchinari.

Nonostante io sia d’accordo col padre di Eluana, trovo che sia sempre sbagliato che sia un giudice a dover decidere se una persona merita di poter continuare a vivere. Con quale serenità un giudice può decidere della sopravvivenza di un individuo? Si tratta di un campo in cui qualsiasi giudice è formalmente “incompetente”. La vita non deve essere materia giuridica, bisognerebbe piuttosto affidarsi al buonsenso, evitando un accanimento terapeutico che non giova ad Eluana Englaro e fa del male alla sua famiglia. Mi auguro che l’11 novembre la Corte di Cassazione prenda una decisione saggia in materia, senza creare ulteriori polemiche sulla vita di una persona.