Appello di un precario del corpo militare della croce rossa

Mi capita raramente di dover pubblicare un intervento di un commentatore, ma questa volta voglio proprio dare voce a questa persona che sembra veramente rammaricata per una situazione di precarietà e di carenza di diritti dei lavoratori, tematica divenuta attuale nelle ultime settimane a causa della vicenda Mirafiori-Fiat.

La precarietà in questione riguarda il corpo militare della Croce Rossa Italiana; tale corpo è un corpo militare ausiliario delle Forze Armate. La “militarizzazione” del personale della Croce Rossa è formalmente prevista nella Iª Convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949 all’art. 26 il quale assimila a tutti gli effetti il personale delle Società Nazionali di Croce Rossa, debitamente riconosciute e autorizzate dal proprio governo, al personale sanitario delle FF.AA. L’ordinamento italiano prevede all’art.29 del R.D. n.484/36 come tutto il personale mobilitato del Corpo militare della CRI, vesta una divisa di tipo militare e sia soggetto alla giurisdizione militare.

Qui di seguito l’appello di Fabrizio:

buon giorno sono un uomo di 42 anni richiamato precario da 14 anni nel corpo militare della croce rossa con moglie e due figli minori ,. abito a roma, la croce rossa improvvisamente ci ha congedati in 24 ore e assegnati in altre regioni d italia dovendo abbadonare improvvisamente moglie e figli . come me ci sono tanti altri in tutta italia nella mia stessa condizione , dovendo poi con uno stipendio vivere io chissa dove a mie spese (nonostante io sia um militare) e mandare quello che rimane alla mia famiglia:una miseria. noi precari chiediamo un aiuto in quanto siamo anche disposti ad allontanarci dalle proprie abitazioni ma che ci mettano in condizioni di stare almeno vicini ai nostri cari figli e moglie.aiutateci per favore. grazie

Mi auguro sentitamente che si possa fare chiarezza sulla vicenda e che si possa trovare una soluzione che venga incontro alle esigenze di tutti, non solo dei vertici. I lavoratori non sono una merce da stoccare qua e là e nemmeno oggetti da poter spostare liberamente. C’è bisogno di fare un passo indietro e tornare a vecchie concezioni del lavoro, magari meno produttive, ma più utili. Un grazie a chiunque possa dare un contributo concreto per questo problema, oppure a chi condivide con Fabrizio questa spiacevole situazione.