I bilanci di Alitalia e il fallimento implicito

Un qualsiasi analista di bilancio imprecherebbe in ostrogoto vedendo i bilanci di Alitalia. Vi esorto a dare un’occhiata al bilancio del 2007 per avere una vaga idea della situazione. Il fallimento di Alitalia è scritto da anni nei bilanci della società e solo grazie ai calci nel culo statali si è riuscito a mandare avanti la baracca. Il Gruppo Alitalia è un gruppo industriale che eroga servizi sottocosto. Una società seria e normale non può perdere un milione di euro al giorno o giù di lì. Le situazioni di perdita sono comprensibili ed accettabili quando sono frutto di una situazione congiunturale sfavorevole, oppure quando si è tratta di qualcosa di “eccezionale”. Nel caso Alitalia, però, l’eccezione sembrerebbe fare utili e questo non è accettabile.

Come si può notare, Alitalia ha avuto un miglioramento nei conti dal 2006 al 2007, ma il tutto è decisamente relativo, dato che si tratta di miglioramenti in rosso. Quello che fa impressione è il risultato operativo: Alitalia perde nel far volare gli aerei. Il risultato operativo del 2007 è pari a -294180804 euro; si tratta di una perdita operativa giornaliera di quasi 806000 euro, all’incirca un miliardo e mezzo del vecchio conio. Come si può voler andare avanti così? Quale compagnia aerea estera potrebbe rilevare una società di questo tipo? Considerando poi come il settore, a livello mondiale, viva una profonda crisi, che senso ha tenere in vita questa società? La compagnia di bandiera non serve a nulla. Abbiamo privatizzato e regalato settori molto più profittevoli di quello del trasporto aereo. Anche senza Alitalia ce ne faremo una ragione, credetemi: bisogna chiudere questa falla di denaro pubblico chiamata Alitalia!